https://www.iscannisonis.com/wp-content/uploads/2015/12/sangavino1.jpgLa casa del Poeta

La casa del Poeta

Un secolare ginepro, trasformato da “Tziu Efisiu Sanna”, poeta di Guspini, in una particolarissima dimora che profuma di elicrisio

Migliaia di turisti ogni anno frequentano le spiagge di Pistis e di Torre dei Corsari, sia locali, sia viaggiatori che decidono di passare le vacanze in Sardegna. Dallo spiaggione delle Sabbie d’Oro si arriva facilmente alla “Casa del Poeta”. La sensazione è unica, sotto le sue fronde tziu Efisiu ha trovato la sua musa, e invita tutti i visitatori a scoprire il poeta che si nasconde in ogni uomo!

Dentro la casa
È difficile distinguerla dal resto della vegetazione: ciò che colpisce sono alcune forme architettoniche costruite dall’uomo: archi, il riquadro d’ingresso in legno, il vialetto davanti a un giardino di splendide piante grasse, cinto da paletti, a lato della “casa”: varcata la soglia, ci si ritrova in un ambiente fresco, dal pavimento in scisto, le pareti, le fronde e, al centro, un gigantesco tronco di ginepro, i cui rami si aprono per formare il soffitto. La bizzarra costruzione stupisce e affascina: sembra incredibile trovarsi al riparo di una così straordinaria opera della natura.

interno

Il tronco si innalza annodandosi su se stesso, forte e possente, creando intorno a se un’atmosfera da fiaba. Chiunque si soffermi sotto i suoi rami viene immediatamente trasportato altrove e comincia a fantasticare chissà per quale paese dell’immaginazione. È un luogo nel quale ci si senti protetti da una potenza della natura, accettati al suo interno, degni quasi di penetrare i suoi misteri. Al primo stupore, succede la curiosità: messaggi poetici sono affissi qua e la dalla mano del suo guardiano che, molto amichevolmente e con grande cordialità riceve gli ospiti, raccontando la storia di quell’albero superbo.

Il Poeta
Il signor Efisio Sanna era un uomo che osservava i suoi amici da spessi occhiali da vista. Portava pantaloni da lavoro, camicia, giacca, un baschetto sulla testa e si aiutava, per camminare, con un bastone.

Raccontava che circa 35 anni or sono, quando sulla spiaggia si ergevano ancora i casotti, s’era accorto di quel ginepro eccezionale, così come dell’intenzione, da parte di alcuni, di tagliarlo per farne legna da ardere: per proteggerlo, lui e sua moglie vi si trasferirono, ricavando, da sotto le sue fronde, un’abitazione calda e accogliente: entrambi vi hanno vissuto per circa 10 anni, faticando non poco per gli approvvigionamenti, soprattutto di acqua. Diventando sempre più anziani, hanno dovuto abbandonare la “casa”.

Non si contano i visitatori, compresi gli architetti e gli ingegneri incuriositi dalla struttura del ginepro secolare. Molti di loro hanno lasciato messaggi nella cassetta della lettere che un tempo era sistemata nell’ingresso. Amici che visitano il luogo potranno ritrovarli.