Costa Verde, l’altra Sardegna

Costa Verde, l’altra Sardegna

Ecco a voi la Sardegna, facendo rotta sulla magica e incontaminata Costa Verde, dove si dimentica la vita mondana e ci si infila nel mare appiccicati al rumore delle onde ed ai soffi del vento che sembrano parlarti. Meta ideale per staccare la spina dalla baraonda e dalle sfacchinate della quotidianità.

Costa Verde, poche case, rari alberghi, spalle coperte dalle montagne, mare, dune e miniere, Una settantina di chilometri a braccetto con la meraviglia nel sud ovest dell’Isola, da Capo Frasca, non lontano da Arborea a Capo Pecora, posta a due passi da Bugerru, dove inizia la regione del Sulcis-Iglesiante. Lì, è irrinunciabile, a pochi chilometri, un tuffo nelle cristalline acque di una splendida spiaggia di Cala Domestica, raggiungibile viaggiando sulla SS 126 che collega Iglesias a Fluminimaggiore.

Un vero e proprio Far West sardo la Costa Verde, scandito dai profumi e dai colori della macchia mediterranea sempre verde, fra ginepri, lentischi e aromatiche pinete. Intorno silenzi claustrali, rotti soltanto dal canto delle cicale e dal risuonare del mare. E sono senza fine le lunghe spiagge bianche e dorate, anemiche al turismo di massa, che si incontrano a risalire da Portixeddu.

Dalla selvaggia Scivu, protetta dalle rocce di arenaria su cui si sbatte spesso il maestrale, alle dune che nascondono il mare della sahariana Is Piscinas, a due passi dall’ombelico del mondo sardo delle miniere di Montevecchio e Ingortosu, nel cuore del Parco Geominerario riconosciuto dall’Unesco in zona Arbus. Lì si staglia Piscinas, accerchiata da alture di sabbia bianchissima.

E avanti con le incontaminate spiagge che si succedono risalendo la costa; lasciata Piscinas e percorrendo un chilometro di sterrato, ci si immette sulla panoramica che porta a Torre dei Corsari, sinuoso cammino che alterna terrazze sul mare a svolte nell’entroterra. Fra le perle è d’obbligo una visita alla lingua dorata di Funtanazza, dove troneggiano i ruderi della colonia costruita negli anni ’50 per i figli dei minatori e tuttora abbandonata.

Quindi Marina di Arbus. A seguire gli unici due luoghi di ricezione turistica attrezzata, in particolare Torre dei Corsari, centro dotato di servizi turistici e dove si incrociano le spiagge di Is Cannisonis, Is Arenas e S’Acqua ‘e S’Ollastu.

Ma non solo spiagge. La Costa Verde rappresenta anche una opportunità per un tuffo nell’arte e nella cultura. Oltre ai cimeli della archeologia industriale del passato minerario, accompagnato da palazzine Liberty in rovina, edifici minerari, macchinari segnati dalla ruggine e vecchie rotaie, da non perdere a Fluminimaggiore, al confine con la Costa Verde, sono le Grotte di Su Mannau, un paradiso da scoprire con visite guidate, fra rami turistici e speleologi.